sabato 14 novembre 2009

la discriminazione


Esistono due forme principali di discriminazione: quella diretta e quella indiretta. La prima è la più evidente, ad esempio quando un bambino disabile viene trascurato, escluso o limitato rispetto agli altri bambini. Questo può avvenire per il modo in cui sono organizzati l'ambiente e le istituzioni oppure a causa del comportamento delle persone. La discriminazione indiretta, invece, è meno evidente, ma ugualmente dannosa. E' spesso caratterizzata da negligenza sia a livello istituzionale, sia a livello di comunità. Ad esempio, l'assenza di leggi o politica che eviti l'istituzionalizzazione dei bambini disabili al momento della nascita o la non applicazione, cioè quando le leggi e le politiche esistono sulla carta, ma non vengono messe in pratica.
I bambini disabili non sono un gruppo separato, ma sono presenti in mezzo a tutti gli altri gruppi di bambini emarginati e discriminati.
Alcuni tipi di disabilità sono meno compresi rispetto ad altre, ad esempio un bambino con una mancanza fisica può comunque venire accettato e incluso nella comunità, mentre è più probabile che un bambino con una paralisi cerebrale venga tenuto nascosto in casa.
Un bambino disabile ha molte meno probabilità di sopravvivere rispetto a un bambino non disabile perché il servizio sanitario è inadeguato: mancano le conoscenze sui bisogni di cura dei bambini disabili , ma anche perché
le opportunità per lo sviluppo vengono negate ai bambini disabili. A volte, nei confronti di questi bambini, si assumono comportamenti che verrebbero ritenuti inaccettabili nel caso di bambini non disabili, con la scusa che è nel "maggior interesse del bambino". Per la maggior parte dei bambini sono i genitori che prendono le decisioni, ma nel caso di bambini disabili sono anche le opinioni di esperti ad avere un importante peso. Un elemento importante che assicura il superiore interesse del bambino è quello di ascoltare l'opinione di quest'ultimo.

1 commento:

  1. Ciao... ho letto il tuo post e credo sia molto interessante, sono d'accordo con tutte le cose che hai scritto, ma in modo particolare con l'ultima parte in cu affermi che solitamente sono i genitori a prendere decisioni per i proprio figli, questo almeno finchè non hanno raggiunto l'autonomia e le capacità per farlo autonomamente, credo però che nel caso di bambini disabili si debba sì sentire il parere o più di esperti (come anche tu hai detto), ma credo sia importante anche considerare i bisogni, le esigneze e le richieste del bambino stesso e non solo sottoporlo passivamente a decisioni prese da altri.
    Quindi a questo proposito sono pienamente d'accordo con te e con quanto hai scritto nel tuo post.
    Ciao e presto!

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